Singhiozzo: cause, rimedi e curiosità

Singhiozzo: cause, rimedi e curiosità

Chi non ha mai avuto il singhiozzo alzi la mano! Probabilmente nessuno perché, esattamente come la tosse o gli starnuti, il singhiozzo è un fenomeno assolutamente comune, tanto innocuo e passeggero, quanto fastidioso.

Di solito un attacco di singhiozzo passa improvvisamente così come è arrivato, nel giro di pochi minuti. Tutto ciò che provoca è fastidio o imbarazzo e magari anche ilarità negli altri che stanno attorno alla povera vittima dell’attacco.

Tuttavia, esistono dei casi eccezionali in cui c’è ben poco da ridere. Si tratta di casi estremi ma che, comunque, vale la pena conoscere. Approfondiamo questo argomento. In questo articolo ti mostreremo cos’è il singhiozzo, quali sono le sue possibili cause e come farlo passare immediatamente.



Che cos’è il singhiozzo

Possiamo definire il singhiozzo come brevi contrazioni involontarie del muscolo del diaframma, ossia il muscolo che separa il torace dall’addome e che svolge una funzione fondamentale per la respirazione. La causa scatenante è l’irritazione del nervo frenico, che ha il compito di controllare le contrazioni del diaframma. Ogni contrazione, che coinvolge petto, addome e gola è seguita, circa un quarto di secondo dopo, dalla chiusura improvvisa della glottide, la valvola che separa l’apparato respiratorio da quello digerente, producendo il caratteristico suono “hic”, che può ripetersi anche più volte al minuto.

Il singhiozzo si presenta in genere in modo improvviso, interrompendo il processo di respirazione o anche mentre si parla. Il numero singhiozzi al minuto può variare tra quattro e 60, ma in genere la durata del singolo episodio è limitata al massimo a pochi minuti.

Oltre al nervo frenico, il singhiozzo coinvolge anche alcune parti del sistema nervoso: i centri che controllano la respirazione e l’ipotalamo, una parte del cervello non controllabile dalla volontà. Questo è il motivo per cui il singhiozzo si manifesta all’improvviso.

Come abbiamo già detto, il più delle volte il singhiozzo è perfettamente innocuo e solo raramente può provocare un leggero dolore alla gola, all’addome o al torace. Scompare da solo per poi verificarsi nuovamente anche dopo mesi. Tuttavia, esistono delle forme di singhiozzo che, nel caso dovessero verificarsi, è bene consultare il medico curante.

È il caso del singhiozzo che provoca dolore, di quello che dura fino a 48 ore, detto singhiozzo persistente, e il caso in cui esso duri dalle 48 ore a oltre un mese, cioè il singhiozzo cronico o intrattabile. In questi due casi, infatti, il singhiozzo può significare problemi nel cervello, nel midollo spinale o in qualsiasi struttura attorno al diaframma o alla parete toracica.

Quali sono le cause?

Cosa provoca l’irritazione al nervo frenico che genera il singhiozzo? Le cause possono essere tante. Tra le più comuni ricordiamo mangiare troppo velocemente, deglutire troppa aria, ridere troppo, masticare una gomma, fumare, mangiare o bere troppo, i cambiamenti improvvisi di temperatura e perfino stati d’animo come l’ansia, lo stress, la paura e l’eccitazione.

Il singhiozzo dopo mangiato può essere attribuito a un ristagno del cibo nell’esofago, proprio nel punto in cui l’esofago entra nello stomaco. Più che all’altezza della gola del diaframma, in questo caso si può avere una sensazione di “singhiozzo allo stomaco”, come se fosse più in profondità.

Il singhiozzo appena svegli si verifica soprattutto se si dorme dopo aver mangiato, perché la sintomatologia del reflusso tende ad aumentare. Per questo motivo chi soffre cronicamente di reflusso non deve dormire subito dopo i pasti.

Esistono poi delle cause ben più gravi per le quali l’intervento medico è necessario. Queste sono ictus, tumori cerebrali, danni al nervo frenico, assunzione di alcuni farmaci e fumi nocivi, traumi al cervello, meningite ed encefalite, problemi al fegato.

Altre cause dovute a un disturbo alle vie nervose dal cervello ai muscoli coinvolti sono encefalite, sclerosi multipla. La connessione con il cervello spiega perché il singhiozzo può verificarsi con variazioni di temperatura o situazioni emotive. È anche la ragione per cui a volte uno shock improvviso può abolire un attacco.

Le cause mediche anche possono essere:

  • gastrointestinali (ernia iatale, reflusso gastroesofageo, colon irritabile);
  • respiratorie (asma e polmonite);
  • cause legate all’irritazione del nervo vago come ad esempio gozzo, mal di gola e laringite;
  • cause legate al metabolismo come diabete, ipoglicemia e iperglicemia;
  • interventi chirurgici: anestesia generale, intubazione, allungamento del collo, necessario durante l’intubazione, distensione addominale, frequente dopo gli interventi in endoscopia eseguiti mediante piccole incisioni, manipolazione degli organi interni.

Il singhiozzo nei bambini può essere associato a pianto, tosse. Questo è comune nei bambini nel primo anno. In alcuni casi, i bambini con reflusso gastroesofageo potrebbero essere più inclini al singhiozzo.



Il singhiozzo può essere pericoloso?

Di per sé il singhiozzo non è pericoloso, ma se è persistente, oltre che poter essere uno dei sintomi di malattie pericolose, può diventare debilitante, perché in grado di interferire con i processi vitali come il riposo, l’alimentazione e la respirazione. Il singhiozzo cronico può causare disturbi del linguaggio, perdita di peso ed essere fonte di imbarazzo sociale.

In caso di recente intervento chirurgico addominale, può creare problemi nella cicatrizzazione della ferita.

I rimedi

La fantasia popolare ha dato il meglio di sé quando ha dovuto cercare una soluzione per far passare il singhiozzo immediatamente e i rimedi che l’umanità conosce sono probabilmente innumerevoli.

Si passa dai metodi che hanno un qualche fondamento scientifico, come trattenere il fiato, quindi l’anidride carbonica nel corpo che rilassa il diaframma e ferma gli spasmi. Uno dei metodi più comuni contro il singhiozzo, infatti, è trattenere il fiato.

Anche bere un bicchiere d’acqua velocemente è un’ottima soluzione in quanto farlo stimola la rinofaringe e il nervo vago, che va dal cervello allo stomaco, e riduce il singhiozzo. Tecniche basate su questo principio sono anche mordere un limone, farsi spaventare, fare i gargarismi con acqua, bere dal lato opposto di un bicchiere.

Da questi, si passa poi a quelli più strani e improbabili come mettere un dito nell’orecchio, solleticare il palato con un tampone, recitare velocemente filastrocche e scioglilingua magari creati appositamente, recitare l’alfabeto al contrario e mangiare qualcosa di appiccicoso come miele, burro d’arachidi o cacao in polvere.

Altri metodi sempre di origine popolare sono: bere acqua ghiacciata, mangiare pane secco, starnutire, mangiare un cucchiaino di zucchero, assaggiare piccole quantità di aceto, respirare in un sacchetto di carta appoggiandolo alla bocca, appoggiare le ginocchia al petto.

Non essendoci particolari controindicazioni tutti questi metodi si possono provare, anche se spesso singhiozzo passa a prescindere dai tentativi fatti.

E se si tratta di un neonato? Ovviamente in questo caso questi metodi non sono applicabili. Se il singhiozzo avviene durante l’alimentazione, bisognerebbe interrompere il pasto e poi riprenderlo qualche minuto dopo. In questo modo il singhiozzo dovrebbe fermarsi.

Potrebbe essere utile anche cambiarlo di posizione, farlo rilassare o nutrirlo quando non è affamato, in modo che mangi più lentamente.

Quando chiedere il parere del medico

Se il singhiozzo è associato a dolore addominale, febbre, reflusso, mancanza di respiro, vomito, tosse con sangue o sensazione di chiusura della gola e se dura da troppe ore, bisogna rivolgersi al medico curante o andare al pronto soccorso.

In alternativa, se già si ha un’idea della possibile causa, ci si può rivolgere ad uno specialista. Gli specialisti che puoi contattare sono: un otorinolaringoiatra, un gastroenterologo, un neurologo, un pneumologo e anche uno psicologo.

In primo luogo, il medico valuterà la condizione generale del paziente e, per la precisione, altri sintomi, lo stato di salute generale, i farmaci in uso, la storia clinica e i fattori di rischio.

A seguire il paziente verrà visitato e potrebbero venire prescritti esami strumentali e di laboratorio per chiarire la causa del disturbo.

I test di laboratorio sono raramente necessari a meno che il singhiozzo non sia ritenuto un sintomo di una condizione medica associata. In questo caso verranno effettuati degli esami per diagnosticare le condizioni mediche associate. Gli esami ai quali il paziente verrà sottoposto sono: esami del sangue, esami di imaging come radiografia, risonanza magnetica, elettrocardiogramma e gastroscopia.

Per il singhiozzo persistente, oltre le 48 ore, il medico può prescrivere una terapia basata su dei farmaci per alleviare il singhiozzo. Di solito, il farmaco più prescritto per questo disturbo è la clorpromazina, seguita da baclofen e dai farmaci contro le convulsioni. Molto utili risultano anche i sedativi, gli analgesici e gli stimolanti.

Se questo non dovesse bastare, cosa che avviene molto raramente, si può ricorrere, addirittura, alla chirurgia, per bloccare il nervo frenico e impiantare uno stimolatore elettronico al nervo vago.

L’importanza di ascoltare il proprio corpo

Questo articolo è prettamente informativo e non può in nessun caso sostituire il parere del tuo medico curante, nel caso tu stia soffrendo di singhiozzo cronico o persistente.

Lo scopo era semplicemente informare su un fenomeno fisiologico che è talmente tanto comune e considerato normale da essere dato per scontato.

È estremamente importante prestare maggiore attenzione ai segnali che il nostro corpo ci trasmette. Il solo modo che ha per farlo è appunto tramite dei fastidi, anche i più frequenti e innocui, come il singhiozzo o gli starnuti.

Conoscere il nostro corpo e capire cosa avviene al suo interno è estremamente importante per preservarsi in salute.



FONTI:

Singhiozzo: cause, rimedi e pericoli

Singhiozzo, cause e rimedi

IL SINGHIOZZO PERSISTENTE

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