Presente in molti alimenti, la vitamina D viene prodotta in modo naturale dalla pelle con l’esposizione al sole.
Nel caso in cui l’esposizione sia insufficiente può essere necessario assumerla nella forma di miglior integratore di vitamina D.
Sommario
Qual è il migliore integratore di vitamina D?
Se non assumete abbastanza vitamina D mediante gli alimenti, in particolare cibi fortificati come latte e cereali, si consiglia di chiede al medico se è il caso di assumere un integratore.
Nella vendita online sono disponibili molti prodotti di buona qualità, proposti dalle principali marche specializzate in integratori.
Acquistando nel web si ha anche la possibilità di usufruire di un prezzo generalmente più basso e trovare anche un buon integratore di vitamina D economico. Inoltre, leggendo le recensioni di chi li ha già testati è più facile identificare la soluzione più idonea a soddisfare le proprie esigenze specifiche.
Qui di seguito ti presentiamo i migliori integratori di vitamina D:
A cosa serve la vitamina D?
La vitamina D ha molteplici funzioni tra cui regolare l’assorbimento di calcio e fosforo necessari per lo sviluppo delle ossa e dei denti, importante per la crescita e prevenire alcune patologie.
Essendo liposolubile i principi della vitamina D vengono assorbiti a livello intestinale grazie all’intervento della bile nell’attività digestiva dei lipidi.
Oltre ad essere assorbita con gli alimenti viene prodotta a livello della cute, attivata dall’esposizione ai raggi ultravioletti solari: i raggi UVB favoriscono unicamente la conversione della provitamina in colecalciferolo attivo, la vitamina D3, mentre la D2 deve essere necessariamente assunta con l’alimentazione.
Quali alimenti con la vitamina D?
Con il termine Vitamina D si fa riferimento in realtà ad un gruppo di pro-ormoni liposolubili composto da vitamina D1, D2, D3, D4 e D5.
Le due più importanti sono la D2 (ergocalciferolo) e la D3 (colecalciferolo), entrambe dall’attività biologica molto simile.
Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, si trova negli alimenti di origine animale, come:
- fegato
- uova
- burro
- latte
- salmone
- tonno
- aringhe
L’ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale, ed è presente in:
- funghi
- alcuni ortaggi a foglia verde
Normalmente con l’assunzione degli alimenti che la contengono e con una vita attiva all’aria aperta non c’è bisogno di integrazione. Tanto più che nei mesi estivi la sovrapproduzione di vitamina D ne consente l’accumulo, per averla a disposizione anche durante il periodo invernale.
Una persona dalla pelle chiara con l’esposizione di tutto il corpo al sole può sintetizzare fino a 20.000 UI di vitamina D3 in 20 minuti.
Quale fabbisogno di vitamina D?
L’assunzione con gli alimenti non è sufficiente a raggiungere il quantitativo giornaliero raccomandato che parte dai 10 μg (400 Unità Internazionali) arrivando a 15/20 mcg (600-800 UI) a seconda dell’età.
Tuttavia alcuni ricercatori ritengono che questi livelli minimi siano troppo bassi e che le necessità giornaliere possano essere molto più elevate.
Chi è più carente di vitamina D?
Gli individui che possono risultare carenti di vitamina D sono quelli che si espongono poco alla luce del sole e che vivono in luoghi molto inquinati. Lo smog infatti assorbe i raggi ultravioletti necessari ad attivare la vitamina D.
Anche chi ha la pelle più scura può esserne carente, in quanto la melanina ostacola la sintesi cutanea.
Un altro soggetto a rischio sono le donne che utilizzano contracettivi orali, poiché tali farmaci interferiscono con l’assorbimento di questa vitamina.
E, ancora, le donne durante la gravidanza e l’allattamento, in quanto necessitano di parecchio calcio che viene veicolato nel latte materno. Pertanto la vitamina D è necessaria per l’assorbimento di questo minerale.
Le donne dopo la menopausa necessitano di integrazioni per prevenire il rischio di osteoporosi.
La condizione di carenza aumenta con l’avanzare dell’età sino ad interessare la quasi totalità della popolazione anziana italiana.
Benefici della vitamina D?
Un apporto equilibrato di vitamina D si rivela indispensabile in diverse patologie:
- problemi alle ossa, come fragilità e osteoporosi
- dolori al bacino e alle gambe
- spasmi muscolari
- svolge un’azione antitumorale
- stimola il sistema immunitario
- apporta benefici a livello del cervello e del sistema nervoso
- supporta la funzione polmonare e l’attività cardiovascolare
Oltre a regolare il livello di calcio, la vitamina D aiuta a regolare anche quello del fosforo e l’assorbimento di vitamina A. È utile contro il rachitismo, malattia infantile con conseguenze gravi sulla crescita.
Quali integratori di vitamina D?
Nel caso in cui il regime alimentare e l’esposizione al sole non siano sufficienti, occorre assumere gli integratori, facendosi prima fare una diagnosi dal medico specialista che deve valutarne l’effettiva necessità.
Gli integratori di vitamina D che si trovano sul mercato forniscono principalmente un apporto di vitamina D3. Gli studi individuano infatti nella vitamina D3 la forma di vitamina D più biodisponibile e immediatamente efficace per assicurare giuste concentrazioni di questo nutriente nel sangue.
Per divenire biologicamente attiva, la vitamina D deve subire una doppia idrossilazione, a livello epatico prima e renale poi. Una volta attivata, si comporta quindi come un vero e proprio ormone, agendo soprattutto a livello intestinale per esaltare l’assorbimento attivo del calcio alimentare.
Contribuisce quindi alla stabilità del livello di calcio e ad sua un’adeguata mineralizzazione ossea.
Come assumere la vitamina D?
Essendo una delle vitamine liposolubili, per massimizzarne l’assorbimento è bene prendere gli integratori a pranzo o a cena, insieme a cibi grassi.
La vitamina D mantiene inalterate le sue proprietà anche a contatto con la luce e il calore.
Bisogna tuttavia fare attenzione perché come la carenza può causare disturbi anche il sovradosaggio prolungato può essere causa di disfunzioni ancora più gravi.
Sovradosaggio di vitamina D?
Quando si tratta d’integratori di vitamina D il rischio di eccedere nel dosaggio non è poi così remoto. Per questo l’assunzione dovrebbe essere subordinata a un’analisi del sangue.
Se per gli altri tipi di vitamine, infatti, il sovradosaggio è smaltito in maniera quasi innocua dai reni, ciò non accade con questa sostanza. Per questo, chi si sottopone a tale trattamento, dovrebbe seguire sempre controlli periodici.
L’eccessivo consumo di vitamina D superiore a 10.000 UI/die, può portare infatti a una eccessiva calcificazione delle ossa e all’indurimento dei vasi sanguigni, e delle pareti di reni, polmoni e cuore.
I sintomi più comuni di ipervitaminosi D sono mal di testa e nausea, ma possono anche includere perdita di appetito, secchezza della bocca, un gusto metallico, vomito, costipazione e diarrea.
Per ripristinare una condizione di normalità è sufficiente sospendere o ridurre l’integrazione.